Una villa in totale abbandono, una casa, costruita nei primi anni del ‘900 e circondata da ampi terreni, dove in origine si trovava un laghetto privato.
La famiglia era composta da marito, moglie e due figli. Questi ultimi, un maschio e una femmina, entrambi con problemi psichiatrici. Alla morte dei genitori i due sfortunati dovettero necessariamente “cavarsela” autonomamente. In paese lui era soprannominato “il matto”; mentre la sorella veniva etichettata come “strega”.
Gli anziani del posto narrano come, sebbene in casa ci fosse corrente elettrica, al calare del sole i due inquilini usassero solo candele per illuminare le stanze. Stando agli stessi racconti, i due sciagurati giravano intorno alla proprietà con alcuni lumini in mano, tutte le notti prima di andare a coricarsi.
Dopo la morte, avvenuta per vecchiaia, della sorella, l’uomo coprì tutti gli affreschi presenti nella villa oggi in totale abbandono con un colore blu cobalto. Girando per i cantieri della provincia andava a chiedere le mattonelle avanzate e le portava a casa, per comporre una sorta di mosaico sulle pareti esterne, ancora oggi visibili nonostante i copiosi crolli.
Egli era anche un accumulatore seriale, ed era solito dividere gli oggetti per colore. Da stanze piene di utensili rosso fuoco, a vani coperti di cianfrusaglie bianche, blu e verdi.
Con l’avanzare dell’età, da persona strana ma innocua, il “matto del paese” iniziò a divenire pericoloso. Nell’abitazione erano ancora presenti i fucili da caccia ereditati del padre e talvolta l’eccentrico inquilino usciva armato, credendo di essere tornato ai tempi della guerra. Per questo motivo gli fu tolto tutto, libertà compresa: fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico.
Con la chiusura dei manicomi, il nostro protagonista fu dimesso e rincasato. Trascorse gli ultimi anni gironzolando per il paese a testa bassa, alla ricerca di mozziconi di sigaretta da poter fumare. Infine morì di vecchiaia, portandosi dietro il destino della sua villa in abbandono. Nessun erede diretto, nessun lieto fine per lo splendido edificio.
Per vedere tutte le altre foto scattate in questa villa vi rimandiamo all’album di Tesori Abbandonati: TESORI ABBANDONATI – CASA DEL MATTO
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Se questa villa in abbandono ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di ville abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati dell’Emilia-Romagna?
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Classe ’84, nato e cresciuto nella provincia di Bologna. L’urbex, ovvero la riscoperta dei luoghi abbandonati, ha unito le sue due grandi passioni, quella dell’esplorazione e quella della fotografia. Membro fondatore del progetto “Tesori abbandonati”.