Questa fabbrica di zucchero abbandonata si porta dietro la grandezza di un marchio che ha reso celebre in tutto il mondo l’industria saccarifera italiana: Eridania.
Possiamo nominarlo, questa volta, date le circostanze di estrema decadenza e mancanza di arredo interno al complesso.
Quello che vi mostriamo, in ordine temporale di apertura, fu il primo stabilimento, cui seguirono altri sette. Riuscì a passare indenne due guerre mondiali, seppur con momenti di crisi e difficoltà.
Nel 2005 arrivò la mannaia definitiva ad opera del’ Unione Europea. Il marchio fu costretto a chiudere ben sei dei suoi impianti.
A vederla dall’esterno questa fabbrica di zucchero abbandonata sembra un’immensa cattedrale. Sul fianco, lato strada, si legge ancora il nome dell’azienda ma tutt’intorno rovi e terreno incolto rendono estremamente difficoltoso l’accesso.
E comunque non è che sia rimasto poi molto. Tutto è svuotato, il che permette di ammirare gli ampi spazi, i giochi di luci-ombre e la prospettiva. Alcuni locali sono molto pericolanti e difficilmente raggiungibili a causa della vegetazione. Insetti, vespe ed api ci ronzano intorno per tutto il tempo, nonostante i prodotti repellenti, accuratamente spalmati prima della nostra incursione. Sono attratti dalla nostra pelle, accaniti, come noi per queste meraviglie architettoniche.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Se questa fabbrica di zucchero abbandonata ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di fabbriche abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati dell’Emilia-Romagna?
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Fotografo dal 1979, e grande amante di viaggi. Dal 1990 inizia la collaborazione con la rivista Mototurismo e in seguito Scooter Magazine. Attualmente ha trovato nell’esplorazione urbana il suo maggiore interesse. Ha pubblicato vari libri a riguardo, e collabora con alcuni progetti importanti, tra cui il suo gruppo “Manicomio Fotografico”.