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Ci eravamo ripromessi: niente urbex in vacanza. Solo relax, passeggiate tranquille senza sudare, scarpe pulite e vestiario estivo da vita mondana e non uniformi da battaglia. Ma come facevamo a chiudere gli occhi innanzi alla vista di una miniera di bauxite abbandonata?

D’altronde, lasciata la Campania siamo fuori dalla nostra ‘giurisdizione’. La Puglia, poi, farà il suo: ci offrirà panorami, natura, mare, borghi (abitati), negozi e ristoranti. Turismo normale, classico, conformistico, con quel compromesso di autonomia e libertà garantito dalla scelta di un ‘road trip’ in auto. E invece.

Invece il paesaggio chiama, la tentazione è forte: come resistere a quelle vecchie gru in lontananza, nella prima luce del tramonto, avvistate percorrendo la strada sterrata verso la villetta di campagna dove resteremo a dormire una sola notte?

Viaggiamo a ritmo lento sul sentiero rurale, tra immense distese di terre coltivate, silenziose e desolate. Soltanto a poche centinaia di metri dalla meta incrociamo due contadini che ci confermano la direzione, non senza qualche intoppo di mutua comprensione linguistica, nonostante la prossimità regionale. Attraversiamo una sorta di villaggio fantasma, senza fotografarlo: ruderi spogli di edifici abbandonati, ne avremo visti a centinaia sino ad oggi, il sole sta calando ed è meglio lasciar perdere e sbrigarsi (scelta di cui poi ci pentiremo!).

Due portali in pietra annunciano l’ingresso su questo sito di archeologia industriale. Pochi metri ancora, ed eccoci dinnanzi alle scavatrici della miniera di bauxite abbandonata. Ferme, arrugginite, maestose. Accarezzate dalla luce crepuscolare. Tra queste, una casupola, con un grosso ingranaggio al suo interno, doveva far parte dell’impianto. Il filo spinato che chiude (senza grosso successo) la scaletta di salita, insieme ai cactus cresciuti intorno alla ferraglia, rimandano vagamente alle ambientazioni di quei deserti americani da serie TV. Intanto, è impossibile rinunciare ad una breve arrampicata sulla struttura centrale per qualche foto dei dettagli, nonostante la scaletta sia più che precaria e gravemente arrugginita.

Per chi se lo stesse, legittimamente, chiedendo: si tratta di un antico impianto di scavi minerari, per la precisione: una miniera di bauxite abbandonata.

In epoca fascista, la scoperta di ricchi giacimenti di bauxite nel suolo pugliese favorì l’apertura di questa importante miniera, e la possibilità di estrarre grandi quantità del minerale, utile soprattutto a produrre alluminio, alimentò i sogni di autarchia economico-industriale del regime. Sogni presto infranti a causa delle ingenti richieste dell’industria bellica, che costrinse il governo all’importazione di alluminio dalla Germania a caro prezzo.

Nei primi anni di attività si sviluppò intorno a questa miniera di bauxite abbandonata un vero e proprio villaggio operaio, di cui restano proprio quegli edifici spogli che abbiamo (ahi noi!) snobbato e poi ritrovato quando già era buio. Le condizioni dei lavoratori, soprattutto nei canali sotterranei, sollevarono diverse polemiche, anche per la morte di diversi operai. Quindi, durante le fasi più intense della seconda guerra mondiale il sito fu più volte bombardato.

Nel secondo dopoguerra l’attività della miniera riprese a pieno ritmo, e una storica azienda chimico-mineraria italiana propose un progetto per realizzare un nuovo impianto di estrazione, che non andò in porto per gli strascichi delle politiche anti-meridionali del regime fascista. Così l’azienda utilizzò i fondi americani del piano Marshall per rilanciare la miniera, mentre sul posto, tragicamente, continuavano a morire operai. Una grave alluvione nel 1951 complicò le cose e rivelò diverse mancanze strutturali dell’impianto, tra cui l’assenza di una diga protettiva, nonché di una linea telefonica per contattare i soccorsi.

Tra diverse vicissitudini economiche, i primi segnali di grave crisi si palesarono negli anni ’60 e la miniera di bauxite fu definitivamente dismessa nel 1973. Da ormai cinquant’anni, dunque, queste gru se ne stanno immobili tra le terre coltivate e quelle incoltivabili, e partecipano ai paesaggi crepuscolari che colorano la zona.

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.

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Se questa miniera di bauxite abbandonata ha stuzzicato la tua curiosità, da’ uno sguardo a questa lista o a questa immensa miniera siciliana. Altrimenti puoi proseguire con l’esplorazione virtuale della Puglia a questo link.

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