Belgio, camposanto abbandonato.
“Ombre.
Come coriandoli dispersi
Lungo annoiati viali,
Illudono
I miei falsi tormenti.
Ombre.
Nascoste dietro un epitaffio,
Scivolano nei pertugi
Aspirando al sonno eterno.
Ombre.
Complici ed amanti ,
Incubi impercettibili
Dietro le nostre inquietudini.
Ombre.
Quante lacrime avete versato
Accarezzando la gelida neve di gennaio,
Trascinate via dal vento caldo del deserto,
Sfiorando l’intensa pioggia nelle tenebre,
Lasciando per sempre
Un corpo senza più calore?”
Era un mezzogiorno di metà giugno e noi sotto la stecca del sole stavamo cercando l’ago nel pagliaio.
In questo grande camposanto abbandonato nella periferia di una cittadina belga avevamo sentito parlare della presenza di una cripta antica caduta in disuso da parecchio tempo, ma ci aspettavamo di trovare da qualche parte una scala come nel cimitero di Bruxelles.
Nulla, sudati e stanchi stavamo per tirare i remi in barca quando vidi una curiosa cappella di mattoni faccia vista ottagonale di piccole dimensioni… mi avvicinai e la porticina bianca di legno era aperta. Davanti a noi la scala segreta che mi avrebbe portato sottoterra.
Ricordo ancora oggi il fetore di muffa, l’umidità e il gocciolio incessante dell’acqua dalle pareti crepate. Faceva un po’ freddo ma poi mi lasciai rapire dall’atmosfera insolita che trasudava questa cripta.
È suddivisa in tre gallerie perpendicolari che seguono i percorsi del camposanto abbandonato in superficie. Si narra che all’inizio le bare poste in questi sotterranei, fossero realizzate con legno di scarsa qualità, e che immagazzinate in questa cripta umida i corpi all’interno si decomponevano rapidamente. Possiamo solo immaginare il fetore straziante che regnava allora in questi luoghi. Fu così che la città impose l’uso di bare zincate resistenti alla corrosione per poter nuovamente permettere al pubblico di visitare i propri cari.
Lungo ogni galleria ci sono circa 400 loculi fra pieni e vuoti in ciascuna di esse e le date delle sepolture vanno dal 1885 circa al 1978. Buona parte dell’atmosfera del luogo é data dalle piccole finestre sul soffitto che diffondono una luce intensa producendo un’atmosfera d’effetto fra luci e ombre.
Un luogo di grande fascino, impossibile non soffermarsi sulle numerose lapide con incise i nomi dei defunti e dalle foto sbiadite seppia o in bianco e nero guarnite da corone di fiori di porcellana e fiori di plastica sfatti e scoloriti.
Le sepolture che più mi affascinano e mi rattristano sono quelle delle morti bianche, infatti in questa cripta c’é una lapide curiosa adornata da due angioletti di porcellana.
Sul marmo bianco é inciso:
A nos si cheres petites
Cermaine 6 ans
Cermaine 17
In questo camposanto abbandonato sono sepolte le spoglie di due bambine morte in tenera età, la cosa curiosa é che le due sorelle portano lo stesso nome, probabilmente dopo la morte delle prima bambina né é nata un seconda alla quale é stato dato il nome della sorella defunta un po’ come per sostituirla o ricordarla ma haimé anche questa é venuta a mancare prima della maggiore età.
Poi una sedia illuminata da un raggio di sole t’invita ad accomodarti, a meditare, ad assaporare il silenzio di questo posto incredibile dove nessuno riceve più fiori freschi da molto tempo.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Se questo camposanto abbandonato ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di cimiteri abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati del Belgio?
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Classe ’87 e svizzero, Jonathan è uno tra i più famosi autori nel campo “Urbex” e tra i più attivi nel progetto Ascosi Lasciti.
Attratto dalla storia, dalla bellezza estetica, dall’architettura, ha visitato edifici abbandonati in tutta europa.