Per chi, come noi, esplora luoghi abbandonati e racconta la storia di un edificio e di chi vi trascorse una parte della propria vita, l’urbex è un fine.
Per chi, come Laura Colangelo, plasma un’idea e la fonde con l’ambiente circostante, l’esplorazione urbana è un mezzo. Un tramite per la sua ispirazione. Una cornice del suo quadro.
In questo speciale vogliamo raccontarvi la breve storia di come l’artista , sopramenzionata, abbia avuto la rivelazione sul prossimo costume da creare, indossare e interpretare.
Vogliamo raccontarvi la sua rivelazione, la sua “epifania artistica”. Anzi. Lo faremo fare direttamente a lei, tramite la sua testimonianza.
“Le immagini prendono forma quando meno me lo aspetto, come se stessi sbirciando nella soffitta di una vecchia cabarettista che ne ha vissute tante. Vedo la forma, vedo il concetto, vedo la trama. Quando Gabriele mi ha mostrato la -casa a zig zag- ho visto il vestito di carta prendere forma su di me e danzare tra quelle pareti polverose, un vestito destinato a sbriciolarsi come il colore il quelle pareti.
Mi sentivo un po’ imbarazzata mentre gli spiegavo la mia visione, non sarebbe stata la prima volta che passavo per quella un po’ matta. Ma Gabriele si è fidato, e mi ha lasciata spaziare dalle mie visioni alle mie creazioni. Quando siamo entrati nelle stanze rosse e bianche, per me era come esserci già stati, tanto il mio pensiero era stato la’ mentre piegavo la carta. Si, perché il vestito, il personaggio, diventano la mia ossessione. Devo dargli vita e divento davvero quel personaggio. Non si tratta più semplicemente di una modella in un contesto urbex, io credo un mondo parallelo legandomi al luogo.
Quel luogo vive con me, lo sento, lo sfioro. ho passato le dita sugli zig zag ho visto il colore rimanere sui miei guanti , ho accarezzato gli intarsi sulle porte, ho sfiorato il bordo del caminetto, ho cullato i cigni rotti, ho appoggiato in un abbraccio affettuoso il legno attorcigliato del corrimano di gradini. E lo specchio, adoro trovare gli specchi, prima di me sono stati un portale per chissà quali figure: uomini in doppio petto? Signore con collane di perle? Ne sono quasi gelosa. È un legame che non si può spiegare, lo so deve sentire. In quel momento appartengo al luogo e lui a me “
Se questo articolo speciale ambientato nella casa “a zig zag” ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di ville abbandonate.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Nato a Prato nel 1971, appassionato di luoghi abbandonati fin dalla metà degli anni ’80, ha deciso di ridare loro vita attraverso la fotografia.
Tra i più attivi esploratori toscani, condivide questa passione con l’amico Vincenzo Bellini.