Il grande e decadente blocco di cemento bianco domina una collina con fare quasi minaccioso: questo sanatorio, chiuso e abbandonato, sembra un mostro dormiente per niente felice di accogliere i curiosi. Già a vederlo dal basso la testa inizia a girare, al solo pensiero di doverlo visitare tutto: un eco-mostro posizionato a 500 metri d’altitudine.
Il complesso è stato a lungo occupato abusivamente. Dentro, il classico odore di umido e stantio. Le porte sfondate rendono agibile ogni accesso e le scale sono così alte che fanno esplodere in crisi di vertigini chiunque provi a sporgersi: un tempo la tromba non era certo fatta per garantire la sicurezza tipica dei giorni nostri. Le pesanti porte bianche dei corridoi sbattono continuamente mentre i muri si crepano. Negli schedari solo polvere, e niente più.
La storia dell’ex sanatorio, oggi chiuso e abbandonato, come quella di molti altri luoghi abbandonati, è appesa ad un “filo digitale” che racconta: ‘La struttura è progettata e costruita sotto la cura dell’ufficio tecnico dell’INFPS. I lavori partono ufficialmente il 24 giugno 1934 e dopo alcune difficoltà gestionali, il complesso ospedaliero viene terminato nel 1939. L’Edificio è composto di due piani fuori terra per il corpo dell’ingresso, sei piani per le ali dei reparti, sette per la torre dei collegamenti. Dopo la guerra, la malattia tubercolare diminuisce notevolmente così che l’ex sanatorio termina i suoi giorni come ospedale nel 1989. L’edificio verge oggi in un profondo stato di degrado”…e di abbandono, dunque.
È considerato uno dei più interessanti esempi di architettura ospedaliera razionalista del XX secolo. Nel settembre del 1997 l’amministrazione dell’INAIL ha richiesto alla proprietà l’acquisto del complesso per trasformarlo in un albergo da inserire tra le attrezzature per i pellegrini del Giubileo. Venuta a meno tale ipotesi si sta studiando l’idea di trasformarlo in sede della scuola regionale di formazione sanitaria manageriale. Ma è solo un’ipotesi. E il prezzo, da capogiro, del progetto sembra rendere infattibile la riqualificazione del colosso razionalista: una cifra da vertigini.
Se questo sanatorio chiuso e abbandonato ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di ospedali abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati della Toscana?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Elvira Macchiavelli fa parte del gruppo toscano. Studia scienze della formazione a Firenze, coltivando l’interesse per la scrittura. Molto attiva nel panorama urbex nazionale, ha un canale youtube “Where Elvi production urbex trip”, un blog “Urbex at Info!” e ricopre inoltre il ruolo di membro fondatore del sito “esplorazioniurbane.it”.