Questa è la storia del palazzo Sip abbandonato.
“Pronto Mario come stai? Io bene, bene, sono con degli amici…si, si sta bene…no è l’altro, il piccolo. Cosa vuoi, corre dappertutto poi suda e s’ammala… no domenica non vengo, per fare trenta chilometri ci vogliono tre ore. Dai parliamone per telefono che conviene!”
Chi se la ricorda questa pubblicità virale della S.I.P? Un giovane Massimo Lopez interpreta nel breve spot un prigioniero in un carcere in mezzo al deserto sahariano. Siamo nel giorno della sua esecuzione capitale tramite fucilazione, lui è già al muro. L’ufficiale in comando con un gesto di magnanimità però gli chiede se ha un ultimo desiderio prima di morire. Massimo non ci pensa due volte e chiede di fare una telefonata, così gli viene passato il telefono e con cornetta in mano si avvia ad una lunghissima chiacchierata con un amico in Italia con cui parla fino a tarda notte. Sembra alla fine decida di chiudere la chiamata quando gli viene passata un’altra persona, mentre il plotone, ormai sfinito e senza forze, si appresta a dormire. Alla fine compare una scritta che meglio non può descrivere la scena appena vista: “Una telefonata allunga la vita”.
Non è il caso di questo immobile ex centro direzionale Telecom/Tim ex Sip. Chi ha superato la soglia dei trent’anni si ricorda ancora la S.I.P. ( Società Italiana per l’Esercizio delle Telecomunicazioni S.p.A.), principale azienda di telecomunicazioni italiana: prima a utilizzare le schede telefoniche a banda magnetica per far fronte al furto di gettoni nelle cabine telefoniche.
Nel 1994 cambiò nome in Telecom Italia, in vista della successiva privatizzazione.
Dalle poche informazioni disponibili, la struttura del palazzo Sip abbandonato in stile di pieno gusto “futurista”, nasce da un progetto disegnato nel 1986 dall’architetto romano Egidio De Grossi. Il centro direzionale ha funzionato fino al 2016, la causa dell’abbandono pare sia stato l’alto costo di affitto della struttura, la quale non è proprietà di Telecom ma di un’altra società. L’impatto sociale della chiusura è notevole: più di 200 lavoratori si sono trovati nel giro di poco tempo a essere trasferiti in altre strutture.
All’interno troviamo molti uffici oramai vuoti, lunghi corridoi una mensa e l’auditorium, lo stato di abbandono, degrado e segni di vandalismo sono ben evidenti, murales e vetri rotti sono gli unici arredi di questo posto desolato. Al momento non esiste nessun progetto per la riqualificazione, un vero peccato, la struttura è molto grande, impossibile non notarla, anche in lontananza, per il suo colore verde e la forma particolare.
Se il palazzo Sip abbandonato ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di uffici abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati delle Marche?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Testo: Silvia Sampaolo
Foto: Alessandro Tesei

Nata ad ancona, fin da piccola appassionata di ville storiche e antiche, per la fotografia ed il montaggio video. Queste passioni si sono realizzate con Ascosi Lasciti: autrice col gruppo marchigiano, si occupa anche del canale Tik Tok e YouTube.