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È difficile capire quando per la prima volta ti imbatti in una dimora in abbandono, soprattutto se molto antica e notevolmente meravigliosa, quali siano effettivamente le emozioni che provi nel vederla. Questo è capitato a me quando mi sono imbattuto per la prima volta nel bosco-giardino di questa stupenda villa seicentesca”.

A scrivere queste parole è Guglielmo, un nostro collaboratore che ci ha accompagnati a visitare questo splendido esempio di meraviglia dimenticata.

Ciò che provai a primo impatto fu un senso di smarrimento e di timore. Non mi ero mai trovato davanti ad una simile dimora in abbandono di tale prestigio. Allo stesso tempo mi sentivo come a casa, avvolto da mistero. Provavo un senso di pace interiore che pochi luoghi come essa mi hanno suscitato. È stato come un ‘amore a prima vista’ che mi ha fatto poi appassionare seriamente ai luoghi abbandonati che non portano solo con loro inquietudine e solitudine ma anche storie antiche e vite vissute di nobili persone nobili come in questo caso”.

Le parole del buon Guglielmo sono emozionanti a dir poco per chi come noi di Ascosi Lasciti prova queste emozioni sin da bambini. Lascio le sue parole proprio affinché fungano da testimonianza per tutti coloro i quali si sentano “strani” o “inadatti” quando si dedicano all’esplorazione urbana.

Tornando al nostro articolo, anche la nostra emozione entrando in questa fredda villa è stata incredibile. Uso non a caso l’aggettivo “fredda”: ambivalente in questo caso. Freddo gelido come temperatura ma anche come atmosfera. Una piccola Cappelletta buia all’ingresso nasconde un soffitto affrescato che mette i brividi. Gli angeli dipinti, forse, ci osservano. Alla fine di un lungo corridoio troviamo una cucina che sembra essersi arresa almeno cento anni fa. I fornelli a gas sembrano intimiditi al cospetto dell’immenso camino ottocentesco che sta alla loro destra. Le altre stanze del pianterreno nascondono solo polvere, giochi in scatola e una bicicletta per bambini.

Il primo piano, invece, di questa dimora in abbandono è tutta un’altra cosa. Un passeggino risalente almeno a fine ‘800 ci attende quasi lacerato. Posto di fronte ad un camino ci accoglie vuoto. Nello stanzone a fianco troviamo un camino con uno stemma, una vecchia televisione e altre due stanze con una piccola casa per le bambole ormai divelta. Troviamo anche una scala e altri segni di quello che, sicuramente, era l’inizio di un restauro. L’ultimo piano, infine, ci lascia una culla per bambini più moderna e tanti, ma davvero tanti piccioni. Decidiamo che è il momento di prendere un po’ d’aria fresca e saliamo, quindi, una minuscola scala a chiocciola di metallo che ci conduce sul tetto, all’interno di un piccolo spazio colonnato dal quale possiamo ammirare tutte le campagne che ci circondano. Una bella ventata di ossigeno per occhi e cuore.

Decisamente quello che ci serve, considerando la parte finale di questa esplorazione che sta per giungere. Mancano, difatti, i sotterranei. Spesso quando si fa Urbex la parola sotterraneo è sinonimo di “buio” e “paura”. Per l’appunto. Una scala ripidissima con dei gradini mortalmente stretti ci conduce nell’antro più tetro della dimora. Dobbiamo usare le nostre torce per vedere dove mettiamo i piedi e…mai scelta fu più giusta! Un soffitto totalmente in pietra fa da cupola ad un’ex cantina che presenta due archi, una piccola stradina murata dopo pochi metri e soprattutto…un pozzo decisamente inquietante.

In un angolo di questo stanzone, difatti, troviamo un pozzo senza protezione alcuna il cui diametro corrisponde circa ad un metro o poco più. Puntando le torce sul fondo non ne vediamo la fine. Una terribile sensazione ci sale lungo la schiena. E se qualcuno vi cadesse dentro? “Si rischierebbe un secondo tragico episodio in stile “Vermicino”, penso subito dentro di me. Ahimè le sensazioni non tradiscono e Guglielmo ci informa subito che, probabilmente, una piccola bimba parecchio tempo fa morì proprio cadendo all’interno di quel pozzo.

Questo è quello che il nostro accompagnatore ci dice: “Molte sono le storie che girano attorno a questa villa abbandonata, alcuni dicono ci sia vissuta una donna che lasciò tutto in abbandono perché non aveva eredi con sé, altri dicono che in questa villa accadde una disgrazia così forte che nemmeno le agenzie immobiliari, che presero in carico la vendita della villa riuscirono a venderla. Così mi sono informato, nel tempo, attraverso alcuni abitanti del paese che si trova a pochi chilometri dalla villa. Molti hanno raccontato che in questa dimora in abbandono ci visse inizialmente una famiglia nobiliare: la forma dell’edificio era simile ad un castello poi la torre fu distrutta durante la guerra mondiale. Purtroppo a causa di una disgrazia familiare molto importante e triste, la famiglia subì un tracollo e dovette abbandonare la casa che non fu più venduta. Molti abitanti del posto dicono che quando si passa accanto alla villa si può trovare ogni giorno una diversa finestra aperta, alcuni dicono di aver visto di notte il fantasma della piccola che morì all’interno della villa. Che si tratti di sole leggende? Che sia la verità? Non si è mai saputo effettivamente come siano andate realmente le cose, neppure quale sia il nome vero effettivo della villa e della famiglia che ci abitò all’interno, solo una cosa è certa è che questa casa è realmente avvolta dal mistero e la gente che la conosce ha timore anche solo a passarci davanti”.

Facendo ritorno in macchina ricollego come in un film tutti gli oggetti trovati in questa dimora in abbandono che mi hanno ricondotto a dei piccoli bimbi: le culle, i giochi in scatola, la casa delle bambole. Non sapremo mai probabilmente cosa davvero avvenne in questo luogo misterioso. Fatto sta che, forse per età, mi si stringe il cuore a pensare che alcuni giocattoli possano essere destinati a marcire dentro un’abitazione. E un altro pensiero mi assale: nobili o non nobili…i bimbi vanno protetti. Sono parte di noi, la nostra gioia. Stiamoci attenti.

Articolo di Matteo Montaperto e Guglielmo Salvetti

Foto di Matteo Montaperto (foto 10 e 11 di Valerio Fanelli)

Se questa dimora in abbandono ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di ville abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati dell’Umbria?

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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