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Discoteca abbandonata: trotta trotta cavallino, balla balla ragazzino. Ennesimo esempio della fine di un’epoca

Per anni è stato il tempio “dancing” di tanti ragazzi del Friuli Venezia Giulia, spazio che ha ospitato anche concerti e personaggi famosi del mondo dello spettacolo.

Per migliaia di adolescenti, con la discoteca di domenica pomeriggio, è stato anche il primo simbolo di libertà, luogo privilegiato per le prime uscite con gli amici, i primi amori, i primi baci.

Chiunque nomini l’Hippodrome, maxi discoteca a Monfalcone in provincia di Gorizia, suscita un’ondata di ricordi indelebili tra intere generazioni, soprattutto a Trieste. L’immobile, chiuso nel 2000, per anni è stato abbandonato, danneggiato, ridotto a un colabrodo, fino alla demolizione totale. Spazzate via le macerie, ora al posto del locale c’è un enorme supermercato.

Ma facciamo un passo indietro. La discoteca, da cinquemila metri quadrati, nasce negli anni ’80 come Valentinis e in pochissimo tempo raggiunge un grande successo. Diventa poi Hippodrome, nome che consacra la popolarità di un luogo che ogni week end diventa la meta prediletta dei ragazzi. Di domenica molti, i più giovani, arrivano con il treno, per ballare tutto il pomeriggio. Ed è qui che si esibiscono anche i beniamini dell’epoca. Tanti ricordano l’afflusso record per il concerto degli 883, ma anche volti noti del piccolo schermo, veline, subrette, attori e attrici, fino alle prime star dei reality. Nel 2000, anno dell’addio ufficiale, ospite d’onore di una festa è il protagonista indiscusso del primo Grande Fratello, Pietro Taricone.

L’ultima parentesi della discoteca passa sotto il nome di BeFore. Ma il viale del tramonto è già intrapreso. E la chiusura sarà il passo successivo, un destino simile a tante, tantissime grandi discoteche in tutta Italia.

Quando ci siamo entrati, nel 2015, ci siamo trovai davanti a un degrado incredibile. Dentro, tra sporcizia e devastazione, ancora i divanetti colorati, le pareti dipinte con tinte vivaci, a terra qualche volantino delle ultime serate organizzate. Sui soffitti fili e cavi penzolanti, tra coperture parzialmente crollate a causa delle infiltrazioni. In un appartamento, un tempo utilizzato probabilmente dai titolari, abbiamo trovato segni di giacigli di fortuna.
Le grandi sale della discoteca abbandonata, con cubi, piste, spazi per consolle e dj, si sono trasformate in un cumulo di rifiuti e spazzatura, entrata anche dai varchi aperti sul giardino retrostante. Una zona adibita a bar, con tanto di forno per la pizza, quasi intatta, ci ha fatto tornare per un attimo ai tempi andati. Alle serate e alle feste con gli amici, ai momenti in cui ci si fermava, tra un ballo e l’altro, per una bibita e una chiacchierata. Come per altri siti abbandonati, anche qui c’è chi ha sfogato la propria rabbia distruggendo quel poco rimasto, vetri rotti, mobili fatti a pezzi, estintori svuotati.

Pensando ai fasti dell’Hippdrome, e per raccontare il suo passato glorioso, qualche anno fa abbiamo chiesto a uno dei dj attivi nella discoteca, Alex Bini, di condividere con noi i suoi tanti ricordi:

“Quando ci lavoravo – spiega – l’Hippodrome (marchio in comodato dall’originale discoteca londinese) era una macchina fabbrica-soldi, fascinosa, con proprietari già ben rodati che avevano altre cinque discoteche in Veneto. 12-13 mila persone pagavano settimanalmente il biglietto, con punte di 5mila ingressi solo la domenica pomeriggio. Figlia di mega discoteche nate come funghi in tutt’Italia nel finire degli anni ’80 era l’incredibile e mastodontica novità, divisa in più sale e quindi in diversi generi musicali. Ma la grande forza era la macchinosa organizzazione dei P.R. Vera e propria ramificazione regionale e in tutti i capoluoghi e cittadine importanti della regione si organizzavano in gerarchie ben delineate, con Capo PR, vice capi PR, PR e “Pierrìni”. La massa tuttavia proveniva da Trieste e, visto che i giovanissimi si muovevano in treno da Trieste a Monfalcone, la domenica pomeriggio le Ferrovie dello Stato furono costrette a mettere all’opera due treni speciali. Il ruolo del PR inoltre era qualcosa di speciale, non solo entravano sempre gratis e partecipavano a mega cene in locali di Monfalcone a spese dei proprietari, ma venivano considerati davvero “fighi”, oltre al fatto che guadagnavano bene. Sul fronte della gente ricordo in particolare che le ragazze erano le vere protagoniste. Partivano da casa con i loro zaini pieni di abbigliamento che poi indossavano nei bagni del locale, sistemando nelle borse gli abiti ‘brutti’ , ben consapevoli che la sera, prima di uscire dove i genitori le raccoglievano con l’automobile, dovevano ricambiarsi”.

Dopo un lungo e complesso iter, l’immobile è stato totalmente demolito, sotto gli occhi di tanti “ex ragazzi” che per anni hanno sperato in un suo recupero. Al suo posto è sorto un mega supermercato. Ma chi ha vissuto gli anni migliori dell’Hippodrome, i più belli, passando sullo stradone che costeggia l’ex discoteca, ancora oggi rivolge a quel luogo uno sguardo nostalgico e malinconico.

 

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Se questa discoteca abbandonata ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di discoteche abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati dell’Friuli Venezia-Giulia?

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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