Un cinema in abbandono e la caduta dei giganti.
Avete mai riflettuto sull’origine del termine “Odeon”? La sua etimologia conduce al significato di “piccolo teatro coperto, della Grecia antica, destinato alle audizioni musicali. Oggi denominazione di locali per spettacoli.”
Ogni provincia, in Italia, aveva il suo “Odeon”. Anche nell’imperiese. Ed è qui che nasce la nostra storia, nei primi anni ’50 più precisamente. Cento lire (così testimoniano i biglietti degli ultimi anni di apertura sparsi oggi sul pavimento) era il costo per entrare e godere di un ampio cortile tra i palazzi della città.


Oltre alle proiezioni cinematografiche, si esibivano anche compagnie di varietà e si organizzavano importanti incontri di boxe. Più che un normale cinema, potremmo definirlo un importante centro di aggregazione culturale e sportiva. In estate, si registrava sempre il tutto esaurito. “All’estivo Odeon si può fumare anche la pipa” questo, il motto del suo successo.
Amato dagli abitanti, anche per i prezzi popolari e l’accoglienza della storica avvenente cassiera, vi si proiettavano sei film a settimana.
Un ventennio di gloria, scalfito solo dal cambio dei costumi negli anni’70. Con l’apertura di sale cinematografiche più grosse e ampi palazzetti dove ospitare gli eventi sportivi, la versatilità dell’Odeon divenne sempre più una caratteristica scomoda che utile. Gli ultimi spettacoli vennero proiettati a cavallo tra il 1978 e il 1979 e le ultime feste furono pianificate fino al 1983 circa, data di chiusura dell’attività. Il proprietario, grande imprenditore del XX secolo, continuò a fare visita al complesso che, oltre al cinematografo, godeva di uno stabile adiacente per la rivendita di materiali da costruzione, pitture, vernici e similari. Vi si fece visita fino alla sua decadenza, susseguita dalla cessione e dagli odierni progetti fallimentari.
L’impresa che acquistò il complesso aveva grandi piani ma dovette scontrarsi con l’amministrazione e con un fatto curioso, quanto problematico: poco sotto vi scorreva un “rio” poi completamente ricoperto dall’urbanizzazione, motivo per cui, sull’area, non si potevano costruire palazzi di civile abitazione. Si tentò di realizzare invano un complesso residenziale con attività commerciali al piano strada e un garage sotterraneo, ma il tutto si sarebbe bloccato a causa di mancati accordi con la Regione in merito all’altezza dell’immobile. In mancanza di compromessi, l’immobile è rimasto all’incuria, meta per molti anni di abusivi e clochard. Oggi ne è stato riqualificata solo la porzione più esterna che si affaccia su strada. Internamente tutto rimane abbandonato.
Dicono che il cinema sia eterno: eppure questo grande complesso oggi cade a pezzi. Il giardino è invaso da erbe infestanti. Nella zona biglietteria di questo cinema abbandonato curiosamente giace un’auto storica, affiancata da un muro tappezzato di giornali d’epoca incollati su di esso. Il magnifico macchinario per le proiezioni fa capolino in un triste stanzino pressoché crollato e al piano interrato resta intatto ancora il banco frigo per i gelati in voga in quel periodo.
Ma sappiamo che l’eternità di questa nobile arte non consiste nelle sue strutture. Lo dimostrano le capacità di uno dei discendenti dell’ex storico proprietario: insegnante di storia del Cinema nelle università di Roma e di Southampton, dal Dams provinciale alla cattedra dell’Università di West London e vincitore di un Award a New York. Il suo curriculum oggi da prestigio all’intera città e fa onore alla storia della famiglia.
Se questo cinema in abbandono ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di teatri e cinema abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati della Liguria?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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