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Un tempo, quando una persona del paese moriva, poco dopo suonavano le campane per avvisare la comunità.

D’abitudine, era un falegname del paese a realizzare la bara, di abete o pino, senza decorazioni, almeno quelle della povera gente. La persona defunta, lavata e vestita con gli abiti della festa, veniva deposta con mani giunte insieme a una corona del rosario. Alle donne giovani veniva messo un velo bianco o anche il vestito da sposa. Con un fazzoletto veniva tenuto serrato il mento altrimenti la bocca aperta non era un bel vedere. Anche gli occhi venivano chiusi perché c’era la credenza che, ad occhi aperti, il morto guardasse qualcuno che lo avrebbe a breve seguito.

C’erano tre categorie di funerali: di terza per la gente comune, di seconda con tre preti per chi più poteva, e di prima per i ricchi e le personalità per le quali oltre ai preti, c’era anche il catafalco, il carro funebre coi cavalli infiocchettati, i bimbi dell’asilo e della scuola e magari anche la banda

Dopo questo piccolo approfondimento, veniamo all’esplorazione di oggi. Questa piccola chiesetta abbandonata si trova ai bordi di un cimitero, fu costruita attorno al 1300 ed è di origine romanica. Campanile a parete, abside romanico, struttura tipica delle chiese di paese che un tempo sorreggeva un soffitto a cassettoni.

Il coro è in fondo, incorniciato da un arco trionfale su due colonne con capitelli.

La navata fu ricostruita nella prima metà del XVI secolo, epoca a cui appartiene il portale occidentale con modanature a croce, basi prismatiche e fascia ad archivolto con croci tornite.
All’interno, la muffa marrone-bluastra che sale dal pavimento, ridipinge lentamente le pareti. La luce gialla del sole che filtra dalle finestre dona un atmosfera quasi surreale.
Drappi di velluto nero adornano le pareti in memoria dei numerosi funerali celebrati fra queste antiche mura.
Il carro funebre in pensione attende in silenzio la sua morte.

Se questa chiesetta abbandonata ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di chiese abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati della Francia?

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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