Nascosta in un piccolo paesino della Foresta Nera in Germania, giace dormiente una centrale chiusa e dismessa, caratterizzata da un tenue colore verde menta. Venne costruita a metà del ‘900 per fornire energia elettrica ad una vicina cartiera, ora non più in attività. L’abbondanza di acqua e legno in questo Land aveva, nel tempo, fatto spuntare cartiere come funghi. Il processo produttivo necessitava di grandi quantità di vapore e di corrente elettrica, ragion per cui solitamente le cartiere erano dotate anche di una centrale per la produzione elettrica con turbine a vapore.
La nostra esplorazione , del suo stato attuale, comincia di buon mattino, in una gelida giornata di inizio anno, in modo da sfruttare le poche ore di luce a disposizione. Il freddo è pungente e la strada è ricoperta da un sottile strato di brina che siamo i primi a calpestare, dopo la notte. Queste condizioni atmosferiche donano tuttavia un’aerea mistica alla grande costruzione industriale ai margini della foresta la quale si fa sempre più visibile ad ogni nostro passo. Entrati nell’edificio con una inaspettata facilità, ci troviamo immediatamente di fronte alla piccola turbina Siemens che troneggia nel mezzo della sala macchine, circondata da vari pannelli e osservata dal piccolo pulpito di comando. Tutto in perfetto stato, come il giorno del suo spegnimento, avvenuto nel 1999, in concomitanza con l’arresto della cartiera.
Le prime luci del mattino, l’umidità sui vetri e il tenue color verde menta dei macchinari e dei quadri di comando donano una splendida luce all’ambiente.
Adiacente alla sala turbine sono presenti i generatori di vapori, in questo caso due caldaie Steinmuller a carbone con caricamento automatico e i relativi panelli di comando.
Pochi metri più in là si sviluppa un piccolo ufficio, in cui ancora sono conservati disegni tecnici e appunti di funzionamento dell’impianto. La sensazione che qualcuno da un momento all’altro potesse entrare a controllare e mantenere in ordine la centrale ci ha accompagnati per tutto la durata dell’esplorazione, nonostante ciò ci siamo intrattenuti più di quanto avremmo pensato di fare.
Ciò che più ci ha meravigliato è stato il perfetto stato di conservazione dei macchinari e la quasi assenza di graffiti o di vandalismi. Purtroppo però, come spesso accade, la bella storia di questo luogo non è durata fino ad oggi: circa un anno dopo la nostra visita infatti, i soliti delinquenti hanno letteralmente ricoperto di scritte e graffiti tutti i macchinari, pareti e vetri, rovinando per sempre l’unicità e lo ”splendore” di questo luogo.
Se questa centrale chiusa definitivamente ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di centrali abbandonate. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati della Germania?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
Noi di Ascosi Lasciti ci spingiamo in luoghi pericolosi o inagibili per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage. Per poter prendere parte attiva senza rischi a questa missione, iscriviti al nostro gruppo, oppure, se l’impegno che vuoi prestare è maggiore, supportaci e tesserati alla nostra associazione. Potrai beneficiare di contenuti esclusivi e materiale inedito.
Per essere sempre aggiornato sulle nostre ultime esplorazioni, basta iscriverti al nostro nuovo canale Youtube oppure seguirci sulla nostra pagina Facebook, tra le più grandi community urbex in Italia, sul nostro profilo Instagram, tra i più seguiti in tutto il mondo sul tema dell’abbandono edilizio ed il neo-nato profilo tiktok.

Fotografo, autore, amministratore IG di Ascosi Lasciti e punto di riferimento lombardo, assieme al gruppo di “manicomio fotografico”. La sua passione per la fotografia nacque con un regalo del nonno e dirottò prestissimo verso la passione sfrenata per l’esplorazione urbana, di cui oggi allestisce numerose mostre a tema.