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Più di un anno e mezzo.
Questo è il tempo impiegato per capire come accedere in questa residenza in stato di abbandono, un capolavoro neorinascimentale con innesti barocchi.
Innumerevoli tentativi e sopralluoghi che si sono rivelati sempre fallimentari.
Impossibile l’accesso dalla trafficata strada principale nella cittadina di Rabat, con le numerose finestre che si affacciano sul maestoso cancello di ingresso.
Impossibile passare dai lati perché oltre agli altissimi muri di cinta, la villa si trova imprigionata tra altre due proprietà abbastanza importanti e dotate di videosorveglianza.
Ma l’obiettivo era ambizioso, forse uno dei più ghiotti in tutta l’isola. All’epoca, nel 2016, in rete non si trovava quasi nulla e nemmeno gli abitanti della via conoscevano la storia di questo luogo. Non conoscevo nessuno che ci fosse mai entrato e i suoi interni, che promettevano grandi cose, erano un assoluto mistero. Sapevo che prima o poi ci sarei riuscito e avrei trovato la giusta chiave per penetrare al suo interno.
L’unica soluzione rimasta era il retro. In quegli anni in cui i droni ancora non erano molto diffusi, con l’aiuto di Google Maps e qualche altro sopralluogo ero riuscito a capire come poter arrivare da dietro. Scelta non facile perché si sarebbe dovuti partire da fondovalle e attraversare alcuni campi coltivati, il tutto bene in vista sia dalla cittadina che dalla strada sottostante. La prima volta andai all’alba e a passo spedito ci impiegai circa 10 minuti.
Ma una volta arrivato mi accorsi che anche dal retro l’accesso non sarebbe stato affatto semplice…

Anche lì era presente un muro di cinta di oltre 4 metri e una porticina in ferro sbarrata dall’interno. Sarebbe servita una scala, che non possedevo, e che sarebbe comunque stata impossibile da trasportare fino a lì.
Oppure avrei avuto necessità di un’altra persona da “buttare” dentro facendo una scaletta umana, che poi avrebbe aperto comodamente dall’interno del giardino.
All’epoca l’esplorazione urbana non esisteva a Malta e il ragazzo francese con cui in precedenza avevo compiuto alcuni strabilianti ingressi era ormai tornato in patria. Abbandonai momentaneamente i miei propositi in attesa di tempi migliori. Fortunatamente, da lì a qualche mese ricevetti la visita di un gruppo di esploratori urbani inglesi e decisi di riprovare assieme a loro.
E andò tutto secondo i piani. Ci accorgemmo una volta dentro il giardino della villa che comunque eravamo in vista su molti fronti e che erano presenti alcune telecamere di sorveglianza. La sola fortuna fu una porticina laterale aperta che ci permise di infilarci dentro la struttura molto velocemente e -probabilmente- senza passare nel campo visivo delle telecamere. Per ulteriore sicurezza infatti sono passati diversi anni prima di pubblicare questo reportage.
Decidemmo di restare dentro per un’ora al massimo.

La villa fu voluta dal Barone tedesco Maximilian Von Tucher, infatti è presente il suo stemma di famiglia sulla facciata principale.
È possibile che il nome “Luginsland” si riferisca alla storia della famiglia Tucher e, più personalmente, alla giovinezza del Barone poiché il nome della parte più antica del castello di Norimberga è “Luginsland” e la storia della famiglia Tucher è indissolubilmente legata alla storia del castello.
La villa fu costruita dal famosissimo architetto maltese Francesco Zammit.
Durante la progettazione del complesso Luginsland, Zammit prese una pausa “temporanea” dall’architettura palladiana che da sempre lo connotava. Lo stile architettonico di Villa Luginsland non è classicista con “elementi maltesi” ed “elementi del vittorianesimo britannico”, ma un esempio italiano del neorinascimento con elementi barocchi. Lo stile di Villa Luginsland non corrisponde a nessun altro progetto immobiliare residenziale di Zammit, anzi, è significativamente diverso ed eccezionale. Questo fa pensare che possa essere stato lo stesso barone a lavorare e contribuire al progetto. Secondo una ricerca condotta da Dominika Rostocka, un architetto polacco responsabile dell’analisi storica della villa, ci sono molteplici correlazioni e messaggi nascosti nella progettazione e nella decorazione dell’edificio, nessuno dei quali è stato scoperto prima. La residenza contiene numerosi punti di riferimento spaziali appositamente collocati. La risultante rete di punti di simmetrie assiali che si intersecano determinando la geometria dell’edificio non è stata solo un atto casuale di progettazione. Di fatto, è una prova evidente dell’intricata conoscenza del barone Tucher non solo di astrologia, matematica e fisica, ma anche della filosofia massonica che promuove lo sviluppo spirituale e l’alleanza di religioni, nazionalità e opinioni.
A questo vanno aggiunti gli incredibili affreschi interni del grande artista maltese Giuseppe Cali. Posizionando dipinti policromi sul soffitto, Cali ha ottenuto anche un effetto ottico, ovvero le decorazioni dei dipinti murali del soffitto formano un gioco di profondità di colore e chiaroscuro e quindi di illusione ottica così efficace che le stanze sembrano più alte di quanto non siano in realtà. Questo peculiare mix di stili è completato da storie intrecciate dai vari significati. Il gioco di colori e ornamenti dà l’impressione di ricchezza e carattere esclusivo. Il primo piano costituisce la parte rappresentativa dell’edificio. Colpisce il contrasto tra le restanti parti della villa, dove lo stile è sobrio o gli elementi di design non sono sopravvissuti fino ai giorni nostri. È molto probabile che al secondo piano le pareti in origine fossero ricoperte da carta da parati e rivestimenti che non sono sopravvissuti ai tempi moderni. Numerose sono anche le tracce di colori intensi lasciati in altre parti dell’edificio, a dimostrazione della vivacità e dell’audacia del progetto iniziale.
Un altro gioiello insolito è la scala classicista. Conservata in ottime condizioni, la lavorazione dei metalli, modellata su modelli francesi, delizia con leggerezza e attenzione ad ogni dettaglio. La condizione del corrimano è sorprendentemente buona. La scala è unica, non meno degli affreschi.
Ad oggi la residenza pare non essere più in abbandono; infatti è stata acquistata da una società con la finalità di riportarla ai suoi antichi splendori.

Se questa residenza in stato di abbandono ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di palazzi abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati di Malta?

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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