Qui, negli anni ’70, su cinquemila abitanti ben tremila erano militari, dislocati in diverse caserme. La loro presenza era fondamentale per l’economia del posto. Lavoravano bar e ristoranti, pieni soprattutto nel week end, così come hotel e pensioni, con i parenti in visita, ma anche altre attività, come tabacchi, edicole e negozi alimentari. Poi tutto, in poco tempo, è finito.
Siamo in una località montana del Friuli Venezia Giulia che dopo lo stop alla leva obbligatoria, ha cambiato completamente volto. Tante le caserme dismesse, tante le saracinesche abbassate ma tante anche le case rimaste vuote.
In uno dei pochi locali sopravvissuti con queste parole ci raccontano la storia del luogo: “La zona si è spopolata. Improvvisamente non c’era più lavoro. Nel frattempo, gli anni prima, molte ragazze del posto si sono fidanzate con militari giunti qui da tutta Italia, e alla loro partenza li hanno seguiti. Le strade si sono svuotate, avvolte in un silenzio irreale, soprattutto quando gli ultimi edifici sono stati liberati in via definitiva. Nessuno si sarebbe mai aspettato qualcosa di simile”.
Di quelle vecchie caserme restano ancora in piedi tutti i fabbricati, alcuni sono integri ma dimenticati al loro destino, altri in vendita. Per qualche comprensorio si parla da anni di progetti di riconversione e riuso, con destinazioni completamente diverse, spesso mai decollati. Scoprire gli ambienti dei vari edifici, sapendo la vivacità che un tempo riempiva queste zone, è interessante. Entrando nelle palazzine più grandi, saliamo le scale trovando le stesse stanze in ogni piano: dormitori, uffici, armerie, bagni, ma anche sale vuote dove è difficile ipotizzare l’uso passato. Fortunatamente non ci sono atti vandalici evidenti.
Girando all’interno ci sorprendono in particolare tre stanze, con enormi dipinti alle pareti: in uno una donna distesa, negli altri carte da gioco e note musicali. Forse erano sale per lo svago e il tempo libero. In un ambiente in particolare c’è una sorta di locale di ritrovo, tutto in legno, con una cucina. Alle finestre sono rimaste ancora le tende.
Attraversiamo un piazzale ed entriamo in quello che doveva essere una delle sedi militari principali. Anche qui armerie, stanzoni ed uffici per vari piani, tutto vuoto, in uno stato ancora discreto nonostante i decenni di abbandono, anche senza alcuna manutenzione e diverse finestre rimaste aperte. Troviamo anche una vasta soffitta, dove qualcuno ha sollevato una porta per entrarci, ma anche qui non c’è nulla. Tornando all’esterno si notano anche fabbricati più bassi. In uno ci sono ancora alcune targhette, che indicano come lo spazio ospitasse un tempo magazzini, una mensa e un’ampia cucina.
Ci spostiamo di qualche chilometro ed ecco altri due caserme dismesse. La prima è blindata, muri e cancelli non permettono di entrare in nessun modo. Anche porte e finestre sono sbarrate. A pochi metri però un altro complesso è in condizioni decisamente peggiori e senza limitazioni nell’accesso. A differenza del primo sito visitato, qui gli edifici sono tutti bassi, a un piano. Le stanze sono completamente vuote, le pareti piene di muffa e i pavimenti mostrano infiltrazioni che provengono dal tetto e da alcune pareti. Sembra un piccolo villaggio delle favole, con grandi spazi verdi tra un edificio e l’altro. In alcuni punti lo scenario è spettrale, e anche i suoni che si sentono fanno rabbrividire. Infissi che scricchiolano, porte che cigolano.
L’area ha ospitato nel tempo generazioni intere di militari, migliaia e migliaia di persone che tuttora, sui social si cercano per organizzare ritrovi in tutta Italia, ricordando il lavoro ma anche la spensieratezza degli anni trascorsi tra i monti del Friuli Venezia Giulia.
Altre foto qui: https://bit.ly/3Zmeig3
Altre foto qui: https://bit.ly/3M3EAAV
Altre foto qui: https://bit.ly/3TOvhGO
Se queste caserme dismesse hanno stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di edifici militari abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati del Friuli Venezia Giulia?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
I luoghi che noi di Ascosi Lasciti esploriamo e documentiamo, seppure omettendone volutamente alcune informazioni a fini di tutela, spesso risultano pericolosi o inagibili: raccomandiamo di NON VISITARLI autonomamente, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage. Per prendere parte attiva senza rischi a questa missione, iscriviti al nostro gruppo, oppure, se l’impegno che vuoi prestare è maggiore, supporta l’associazione omonima tesserandoti. Potrai beneficiare di contenuti esclusivi e materiale inedito.
Per essere sempre aggiornato sulle nostre ultime esplorazioni, basta iscriverti al nostro nuovo canale Youtube oppure seguirci sulla nostra pagina Facebook, tra le più grandi community urbex in Italia, sul nostro profilo Instagram, tra i più seguiti in tutto il mondo sul tema dell’abbandono edilizio ed il neo-nato profilo tiktok.

Un trio di amici e professionisti in diversi settori: Micol ed Emilio, giornalisti, e Giada, fotografa. Ad unirli, la passione per la scoperta e la documentazione dei luoghi abbandonati a Trieste soprattutto, ma anche in altre zone del Friuli Venezia Giulia.