Siamo nella selvaggia e poco abitata Valgrisenche, tra il Gran Paradiso e il ghiacciaio del Rutor, per raccontare una storia tanto triste quanto singolare, quella del borgo spopolato di Fornet.
Prima della seconda guerra mondiale Fornet era la frazione più abitata della valle, non c’era l’elettricità, ma i 45 abitanti erano totalmente autonomi, con mulino, alpeggi, chiesa e addirittura scuola autogestita.
Negli anni ’50, in nome del progresso, si decise di sacrificare la vallata costruendo una diga: a farne le spese sette villaggi, di cui cinque dovevano essere completamente sommersi dall’acqua, tra cui Beauregard, che darà il nome al lago artificiale, e Fornet. A nulla valsero le proteste degli abitanti che furono costretti ad abbandonare le loro radici per lasciar posto al colosso di calcestruzzo, largo 400 metri e alto 132.
L’invaso, costruito dalla SIP, Società Idroelettrica Piemontese, venne riempito completamente solo dal 1960 al 1963, fin dai primi collaudi si evidenziarono problemi di stabilità del terreno, simili a quelli del Vajont, tristemente noto per il disastro avvenuto in quel periodo.
Per scongiurare una nuova strage venne drasticamente ridotta la portata dell’invaso e il borgo spopolato e “sgretolato” di Fornet tornò alla luce.
Troviamo così quel che resta sulla riva della Dora di Valgrisenche: gli edifici in pietra, ormai sventrati, resistono nonostante le intemperie, ben riconoscibile la chiesa e il suo campanile. L’area è adibita a pascolo e le mucche transitano liberamente a pochi passi dalle rovine.
Vista la riduzione di portata del bacino, tra il 2011 e il 2015, con l’ausilio di 56 cariche esplosive, la diga è stata abbassata di 52 metri per ridurre l’impatto con l’ambiente e dar maggior respiro alla vallata.
La comunità della Valgrisenche, rimasta profondamente segnata, celebra ogni anno “la festa del ricordo”, la funzione religiosa si celebra nella cappella di Châtelet, costruita nel 1959, su quella che doveva essere la sponda a monte dell’invaso. La nuova chiesetta, nata come risarcimento, è dotata di campane e arredi provenienti da ognuna delle quattro strutture religiose sommerse.
Se il borgo spopolato di Fornet ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di borghi abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente altri luoghi abbandonati della Valle D’Aosta?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Nato a Genova nel 1985, è un viaggiatore ed instancabile trekker.
Appassionato di fotografia, con passate esperienze giornalistiche, inizia la collaborazione con Ascosi Lasciti nel 2023.
Le sue esplorazioni preferite sono in luoghi remoti ed immersi nella natura.