Una trentina di chilometri di ferrovia e svariate stazioni abbandonate dal 2015: è questa la situazione della linea ferroviaria che da Aosta conduce al Monte Bianco. Chi si reca nella più piccola regione d’Italia e vuole proseguire oltre il capoluogo deve procedere con mezzo proprio oppure affidarsi alle care vecchie corriere.
L’idea di una ferrovia valdostana nacque nella seconda metà dell’ottocento. I lavori della Ivrea – Aosta iniziarono nel 1865: in dieci anni venne inaugurata la tratta fino Donnas per giungere nella città regionale il 5 luglio del 1886. Il progetto venne implementato grazie alla spinta industriale post prima guerra mondiale: l’intento era quello di sfruttare le miniere ferrifere di Cogne e quelle di carbone di La Thuile. Fu così che nel 1927 partirono i lavori per la tratta Aosta – Morgex, finanziata dallo Stato e dalle acciaierie Cogne. Linea che venne realizzata in appena due anni!
Il tracciato, vista l’importanza strategica, fu prolungato fino a Pré-Saint-Didier e riscattato dallo Stato nel 1931. Fu una delle prime linee ad essere dotata di trazione elettrica, sfruttando le risorse idroelettriche della valle, mentre la parte fino ad Aosta si doveva ‘arrangiare’ con la vecchia trazione a vapore. Con il passare degli anni la tratta perse la sua vocazione industriale acquisendo un’importanza turistica. Nel 1968 causa manutenzione carente fu de-elettrificata.
Negli anni ’90 vennero effettuati interventi di messa in sicurezza e nel 2002 inaugurate due stazioni periferiche di Aosta. A dicembre 2015 fu annunciato uno stop di 6 mesi per manutenzione straordinaria, stop che divenne definitivo: i lavori da effettuare erano troppi e i soldi a disposizione pochi.
In questi anni si sono succedute diverse ipotesi, ma il futuro risulta ancora incerto: nel 2016 si optò per mantenere la linea chiusa ma “esigibile” ovvero in buono stato per riprendere il traffico in qualsiasi momento seppur a regime ridotto. Un sopralluogo del 2020 rilevò che la riattivazione non poteva essere così immediata. In pratica come essere tornati a cent’anni fa, con i treni che arrivano fino ad Aosta.
Al di là dei binari abbandonati, in alcuni punti in condizioni decorose, in altri invasi da vegetazione selvaggia, quello che colpisce per maggior fascino sono le stazioni, seppur non operative da circa dieci anni: erano infatti già dai primi anni ’90 un mero scalo privo di vita, quando il processo di semplificazione le rese impresenziate. Le stazioni non più in uso sono 9, alcune convertite in uso abitativo, altre abbandonate al loro destino; dal punto di vista architettonico riprendono “L’Ola” tipica abitazione valdostana del comune di Introd. Troviamo sale di attesa prima e seconda classe, biglietterie abbandonate e la lampisteria (deposito dove si conservavano gli apparecchi di illuminazione necessari per il servizio ferroviario), magazzini, tracce di telefoni pubblici smantellati, curiosi cartelli di cadute massi, una locomotiva, fino ad arrivare al capolinea di Pré-Saint-Didier con tanto di trattoria abbandonata. L’ambizioso progetto sarebbe quello di ripristinare e implementare la linea fino a Courmayeur ma i buoni propositi si scontrano con il solito vecchio problema: le risorse economiche mancanti. La speranza rimane: il nuovo impulso per un trasporto green porterà qualche notizia positiva per la Valle d’Aosta?!
Se queste stazioni abbandonate hanno stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di stazioni ferroviarie in disuso. Altrimenti perché non esplorare virtualmente altri luoghi abbandonati della Valle D’Aosta?
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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Nato a Genova nel 1985, è un viaggiatore ed instancabile trekker.
Appassionato di fotografia, con passate esperienze giornalistiche, inizia la collaborazione con Ascosi Lasciti nel 2023.
Le sue esplorazioni preferite sono in luoghi remoti ed immersi nella natura.