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“Sono diventato Morte, distruttore di mondi.”

Robert Oppenheimer

 

La Conferenza di Potsdam del luglio 1945 dopo la sconfitta totale della Germania nazista, provocò cambiamenti decisivi dello stato politico-militare mondiale. Il 16 luglio 1945 aveva avuto pieno successo l’esperimento atomico americano Trinity Test e il 21 luglio il presidente Harry Truman venne informato della riuscita superiore alle aspettative del test nucleare. Sempre il presidente pieno d’orgoglio il 24 luglio inaugurò la sua cosiddetta “diplomazia atomica“, per poi concretizzarsi nell’ultimatum di resa incondizionata al Giappone del 26 luglio. Il paese del sol levante rigettò il comunicato e come sappiamo credo tutti, l’epilogo fu l’episodio più tragico della guerra: i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki.
Stalin comprese subito l’importanza decisiva di questa scoperta per l’equilibrio mondiale e per la sicurezza dell’Unione Sovietica che, nonostante la vittoria, usciva stremata e vulnerabile dalla seconda guerra mondiale di fronte alla potenza economico-militare degli Stati Uniti. Successivamente nel corso di un incontro con il commissario ai rifornimenti militari, Vannikov, e con Kurčatov, direttore del programma atomico sovietico, Stalin parlò chiaramente e richiese la costruzioni di armi atomiche “nel più breve tempo possibile“; egli era fermamente convinto che la bomba di Hiroshima aveva distrutto l’equilibrio del mondo.

Il tutto si svolse nella massima urgenza e segretezza, sotto la rigida direzione del ministro per gli affari interni Berija e il direttore del progetto Kurčatov. Due momenti cruciali del programma atomico sovietico, furono nel giugno 1946 l’inizio della progettazione e costruzione del primo reattore nucleare a uranio, diretta personalmente da Kurčatov all’interno del Laboratorio N. 2 di Mosca, e, nell’aprile 1946, l’attivazione nella regione di Gorkij, dell’Ufficio di costruzioni N. 11, la struttura segreta dove sarebbe stata progettata e costruita materialmente la bomba atomica sovietica.
Il 29 agosto 1949, con quattro anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti prese il via il test, “Operazione primo raggio“, della prima bomba atomica a fissione al plutonio sovietica, effettuato nel poligono di Semipalatinsk in Kazakistan.
Ma facciamo un passo indietro di un paio d’anni. Tutta questa operazione aveva bisogno di un centro operativo attiguo all’area dei test. Così nel 1947 i sovietici fondarono ai confini dell’area del poligono la città di Semipalatinsk-21, una città chiusa, uno dei luoghi più segreti e riservati dell’Unione Sovietica.
Il centro operativo servì il poligono con oltre 400 test nucleari, fino alla caduta dell’Unione Sovietica e alla chiusura dello stesso, che avvenne il 29 agosto 1991. La città venne ribattezzata Kurčatov, come il fisico padre della bomba atomica sovietica. Di li a breve, la città perse la sua funzione, il suo status di segretezza e di privilegi, e iniziò un lento declino e abbandono il quale fece calare drasticamente il numero di abitanti.

Del centro operativo e di ricerca ormai rimane ben poco, ad oggi è solo un’ombra del passato, solo stanze vuote con qualche macchinario dell’epoca, e qua e la memorie di propaganda sovietica. I muri con l’intonaco scrostato e la muffa fanno da contorno a questo luogo carico di una storia affascinante ma allo stesso tempo terribile.
In tempi più recenti a Kurčatov, è stato fondato il Centro nazionale nucleare kazako con il compito di coordinare la decontaminazione del territorio attraverso diversi progetti. Si stima che nel tempo, circa 1,5 milioni di persone siano state esposte alle radiazioni nucleari, nella regione, i casi di malformazioni nei bambini, malattie mentali, anemia e ipertensione è tra il 10% e il 15% maggiore rispetto al resto del Kazakistan.
La storia di Kurčatov ci dimostra che, nonostante la Guerra Fredda si sia conclusa oltre trent’anni fa, il suo impatto sulla popolazione e sul territorio è tristemente ancora evidente.

Testo: Francesco Coppari
Foto: Alessandro Tesei

Se questo centro operativo in disuso ha stuzzicato la tua curiosità, ecco una lista di centri ricerca abbandonati. Altrimenti perché non esplorare virtualmente altri luoghi abbandonati del Kazakistan?

L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
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