

Chiese abbandonate. La Chiesa ha origine nel I secolo. Inizialmente è considerata una setta ebraica. Con la predicazione di Paolo di Tarso si formano anche comunità di “gentili”, cioè di persone di origine non ebraica, prevalentemente di cultura greca. Nel II secolo le Chiese giudeo-cristiane (quelle vicine all’ebraismo) vengono progressivamente estromesse dall’ebraismo che sta riorganizzando le proprie strutture e basi religiose dopo la crisi della distruzione del Tempio del 70, mentre le Chiese dei gentili continuano a espandersi. In questa fase sussistono ancora varie e sostanziali differenze tra le numerose correnti teologiche esistenti e nessuna riesce veramente ad imporsi sulle altre. Si sviluppa quindi la patristica, cioè la formazione di un corpus di commenti alle Scritture, dispute con le correnti teologiche avversarie e apologie nei confronti del paganesimo e del giudaismo, dovuto a scrittori, spesso ecclesiastici, che sono costretti a ripensare le dottrine del cristianesimo nell’ambito della cultura dell’epoca. In quest’epoca molte Chiese cominciano a sentire l’esigenza di dotarsi di un proprio canone di scritture specifico da accostare a quello ebraico, che fino ad allora era stato considerato l’unico necessario, nella forma precedente alla distruzione del Tempio.
Questo stato di pluralità conflittuale persisterà fino al IV secolo, quando l’imperatore romano Costantino I capirà quanto fosse controproducente per il suo impero una comunità cristiana ostile e divisa, per cui cercherà di unificarla ed integrarla nella società dei suoi sudditi. A questo fine cambierà lo status giuridico del cristianesimo da religione illecita a religione tollerata e farà convocare il primo concilio della Storia, nel cui contesto obbligherà le parti in causa, in particolare i sostenitori dell’Arianesimo, a ricomporre i dissidi, sotto minaccia di esilio e pena di morte. Il successore di Costantino, Teodosio I, renderà il cristianesimo addirittura religione di Stato.
Comincia progressivamente a differenziarsi anche la mentalità delle Chiese latine rispetto a quelle greche, e continuano comunque a sorgere o riemergere scuole di pensiero alternative alla teologia fondata sul Credo niceno, che ormai aveva preso il sopravvento grazie all’appoggio imperiale. Quindi vengono indetti vari altri concili ecumenici in cui si assiste alla formazione di un linguaggio teologico cristiano specifico, mutuato dalla filosofia greca, e ad una definizione rigorosa della teologia della Chiesa nicena, protetta dall’imperatore e quindi in posizione dominante, in opposizione alle altre comunità cristiane le cui teologie venivano condannate come eretiche e i cui testi sacri venivano rifiutati come apocrifi. Tali conflitti non saranno sempre ricomposti nel contesto dei concili, o perlomeno la ricomposizione non sarà sempre rapida, per cui contribuiranno a dare luogo a scismi nel corso del tempo. Chiese abbandonate.