

In Italia sorge per iniziativa dell’Ospedale di Lucca nel 1822, che organizza a Viareggio una colonia per i bambini di strada. Verso la metà dell’Ottocento gli ospizi marini sono più di cinquanta, localizzati in Toscana, Emilia e Romagna. Oltre alle colonie marine sorgono anche le colonie alpine: la Colonia alpina San Marco di Pedavena, oggi all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, viene fondata nel 1898. Durante la Prima Guerra mondiale la Croce Rossa aumenta l’interesse per queste iniziative e nel 1928 le colonie vengono affidate all’Opera Nazionale per la Maternità ed Infanzia.
Durante il Fascismo le colonie vengono intensificate e rivolte a bambini e ragazzi allo scopo di sostenere le famiglie meno agiate e offrire un periodo di attività fisica e ludica per le future generazioni. Una delle colonie marine più grandi ed importanti realizzate durante questo periodo fu quella edificata a Gaeta, sulla spiaggia di Serapo, intitolata alla memoria di Alessandro Italico Mussolini, nipote del Duce e dirigente dell’Opera nazionale balilla, deceduto all’età di vent’anni. La colonia fu distrutta durante la Seconda Guerra mondiale dai tedeschi, che temevano lo sbarco alleato sulla spiaggia di Gaeta piuttosto che su quella di Anzio dove in realtà avvenne.
Dopo la Seconda guerra mondiale viene riconosciuto il carattere formativo ed emancipante delle colonie, le quali non saranno più rivolte alle sole fasce svantaggiate. Già a partire dagli Anni 1970, esse passano di competenza alle amministrazioni (Comunali, alle Comunità Montane) e agli Enti pubblici.
Oltre agli enti pubblici anche grandi aziende private avevano istituito colonie estive per i figli dei dipendenti.