

rùdere (raro rùdero) s. m. [dal lat. rudus -dĕris]. – 1. Si usa quasi sempre al plur., per indicare avanzi di costruzioni edilizie o di statue antiche: i r. del castello, delle mura, del ponte romano; i r. di Ostia antica; pochi r. coperti di rovi; animali, piante che vivono tra i r.; nel sing.: una casa ridotta ormai a un rudere; un informe rudero di torraccia corsara verso il mare (Cardarelli). In espressioni fig.: i r. del passato, dell’Impero, della grandezza romana, le memorie, i ricordi, i segni confusi e quasi dimenticati. 2. fig. Persona, cosa o istituzione, molto mal ridotta, cadente, o arretrata, superata: quella donna, ormai, è un r.; uomini politici del passato, che i giovani considerano dei r.; leggi, procedure invecchiate, che ormai sono dei ruderi.
ruderi
[rù-de-re] non com. rudero
s.m. (pl. -ri)
1 spec. al pl. Resto, rovina di antico monumento, di statua antica: palazzo antico ormai diventato un r.; i ruderi di un castello medievale; di quel tempio non restano che pochi ruderi
2 spec. al pl. fig. Avanzi, resti, memorie, ricordi di qualcosa: i ruderi dell’antica potenza, dell’antica gloria di un paese di ruderi.
3 fig. Persona distrutta fisicamente o moralmente: ormai è un r.
|| scherz. Persona vecchia macèria (ant. o region. macèra) s. f. [dal lat. maceria]. – 1. Raccolta di pietre tolte dai campi e radunate sul confine dei fondi, spesso sistemate a muricciolo a secco, per contenere eventuali scoscendimenti o per protezione degli alberi. 2. Al plur., macerie, rovine di edifici crollati o abbattuti: le m. di un palazzo, di una città; il terremoto aveva ridotto il paese a un cumulo di macerie dei ruderi; sgomberare le m.; Senti raspar fra le macerie e i bronchi La derelitta cagna (Foscolo). In senso fig., raro, miseri avanzi: di tanta potenza non restano che macerie con ruderi.