

L’Art Nouveau, noto in Italia anche come stile floreale, stile Liberty, arte nuova o arte moderna, fu un movimento artistico e filosofico che si sviluppò tra la fine dell’800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate[1][2]. Il movimento Liberty ebbe massima diffusione durante l’ultimo periodo della cosiddetta Belle Epoque.
Il nome Art Nouveau (“arte nuova”) fu coniato in Francia, nazione nel quale il movimento era noto anche come Style Guimard, Style 1900 o École de Nancy (per gli oggetti d’arte); anche in Gran Bretagna fu noto come Art Nouveau insieme con le definizioni in lingua di Modern Style o Studio Style, mentre in Germania prese il nome di Jugendstil (stile giovane), in Austria Sezessionstil (Secessione), nei Paesi Bassi Nieuwe Kunst (traduzione di Art Nouveau in olandese), in Polonia Secesja, in Svizzera Style sapin o Jugendstil, in Serbia e Croazia Secesija, in Russia Modern e, in Spagna, Arte Joven (arte giovane), o più frequentemente, Modernismo.
Indice
1 Storia
2 Lo stile moderno in Italia
3 Caratteristiche
4 Pittura
5 Architettura
6 Design e artigianato
7 Letteratura e musica
8 Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO
9 Riviste
10 Principali esponenti dell’Art Nouveau
10.1 Architettura
10.2 Pittura, illustrazione, grafica, pubblicità
10.3 Mobili, arredamento, interni
10.4 Gioielli
10.5 Lavorazione del vetro
10.6 Murali e mosaici
10.7 Altre arti decorative
10.8 Letteratura contemporanea o legata all’Art Noveau
11 Galleria d’immagini
12 Note
13 Bibliografia
14 Voci correlate
15 Altri progetti
16 Collegamenti esterni
Storia del liberty abbandonato.
L’espressione «Art nouveau» fu utilizzata per la prima volta da Edmond Picard nel 1894 nella rivista belga L’Art moderne per qualificare la produzione artistica di Henry van de Velde[3]. Tuttavia il nome era stato coniato dallo stesso Henry van de Velde insieme con i suoi connazionali Victor Horta, Paul Hankar e Gustave Serrurier-Bovy[4].
«L’opera di tutti e quattro fu messa assieme, giudicata e studiata attraverso la sola qualità ovviamente comune a tutti: la novità; così ebbe origine il nome Art Nouveau[4]» liberty abbandonato
(Henry van de Velde)
L’Art Nouveau si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi: architettura, decorazione d’interni e urbana, gioielleria, mobilio e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, arte funeraria.
Il movimento trae le sue origini dall’estetismo anglosassone delle Arts and Crafts, che aveva posto l’accento sulla libera creazione dell’artigiano come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore estetico[5]. L’Art Nouveau, rielaborando questi assunti, aprì la strada al moderno design e all’architettura moderna.
Un punto importante per la diffusione di quest’arte fu l’Esposizione svoltasi a Parigi nel 1900, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo. Ma il movimento si diffuse anche attraverso altri canali: la pubblicazione di nuove riviste, come L’art pour tous, e l’istituzione di scuole e laboratori artigianali. Lo stile raggiunse probabilmente il suo apogeo durante l’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino nel 1902, in cui furono esposti i progetti di designer provenienti dai maggiori paesi europei, tra cui gli oggetti e le stampe dei famosi magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty abbandonato
L’Art Nouveau, con le grandi esposizioni, si affermò nelle grandi capitali come Parigi, dove l’architetto Hector Guimard progettò le stazioni per la metropolitana, Berlino, dove nel 1898 nacque la secessione attorno alla figura di Munch, e Vienna, dove gli architetti della secessione diedero un nuovo aspetto alla città. Il nuovo stile[6] si affermò tuttavia anche nelle città di provincia più dinamiche, dove assunse un carattere più spiccatamente antiaccademico con elementi di ribellione e provocazione. A Monaco, Darmstadt e Weimar in Germania le secessioni spesso assunsero una sfumatura antiprussiana, in contrapposizione anche allo scenografico e pomposo stile “guglielmino”; a Bruxelles, dove si ebbero le prime manifestazioni mature del nuovo movimento, ebbero un ruolo importante l’ambiente socialista e l’esigenza di uscire dall’ombra della grande e lontana Parigi. Liberty abbandonato
Il caso di città come Nancy, Glasgow, Chicago, Torino è leggermente differente: sono città che subiscono in quegli anni un veloce sviluppo industriale e demografico che porta ad accogliere, nella loro espansione, le nuove tendenze artistiche. Stessa situazione per una città come Barcellona, a cui però si aggiunse il fattore nazionalistico che in un certo senso accomunò il modernismo catalano alle espressioni dello Jugendstil in Finlandia. Inoltre, benché il movimento Liberty abbandonato dell’Art Nouveau si ponesse in rottura con la tradizione accademica, non furono estranei i motivi dell’arte tradizionale del posto, che furono accolti più o meno ovunque, soprattutto a Barcellona, Monaco e in Finlandia.
Tra le città italiane di maggior importanza nella storia dell’Art Nouveau si possono citare Torino, Milano, Catania e Palermo.
Lo stile moderno in Italia