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ABRUZZO urbexMETROPOLI, QUARTIERI e CITTADINE FANTASMA

Una cittadina fantasma insolita : viaggio nell’ Agorà abruzzese

Articolo di Dicembre 19, 2017Ottobre 4th, 2019Nessun commento

Durante uno dei soliti giri perlustrativi fra i borghi nelle zone più periferiche d’Italia, in cerca di luoghi abbandonati da raccontare, ci imbattiamo in un insolito paese.
La zona è quella colpita dal sisma del 2009 che devastò l’Abruzzo.
Troviamo tutto fermo. Ogni oggetto, disposizione degli arredi, indumento, ogni cosa è come se fosse congelata a quel giorno. Il “6 aprile 2009”.

Arrivati in questo borgo abbandonato abruzzese, però, l’atmosfera è diversa da quello che siamo abituati a trovare nei paesi terremotati.
Sembra di essere catapultati in un’altra epoca.
Al punto di arrivo, sul muro della prima casa, leggiamo “NOI TIREREMO DIRITTO”, poco più avanti “W L’ ITALIA, W IL RE, W BADOGLIO” poi un’altra frase analoga: “QUELLO CHE DOBBIAMO CONQUISTARE CI INTERESSA PIU‘ DEL GIA’ CONQUISTATO”.
Scritte sui muri, finestre rotte, piante infestanti, porte spalancate e rotte sono tutti segni di chiaro abbandono: decidiamo di parcheggiare la macchina ed iniziare a perlustrare il paese abbandonato.

Le porte, come dicevamo, sono quasi tutte spalancate, forse sfondate dagli sciacalli che negli anni successivi al sisma hanno battuto la zona.
Iniziamo entrando nel palazzo abbandonato più vicino. Da un primo giudizio, girando tra le stanze del pianterreno, sembra tutto vuoto. Ma è sempre alta la nostra curiosità, tanto che non demordiamo fino ad aver visitato l’ultimo sgabuzzino più fatiscente di ogni edificio abbandonato.
Al piano superiore del palazzo, infatti, troviamo due stanze totalmente arredate in stile anni ’40. La sala da pranzo ci delizia con una stupenda radio d’epoca, la camera da letto con affreschi e vari mobili antichi.
Poco lontano dal palazzo, ci attende un’altra bellissima sorpresa: la chiesa abbandonata, che troviamo quasi integra, è certamente una delle più belle che abbia mai visitato.

Proseguendo l’esplorazione ci accorgiamo che quasi tutte le abitazioni versano nello stesso stato di abbandono affascinante. Una buona parte del borgo, insomma, rivela essersi svuotato molto prima del Terremoto del 2009.
La sua origine è molto antica. Le prime tracce di presenza umana nella zona risalgono al IX secolo a.c. e, ad oggi, sono ruderi con una torre posizionati nella parte alta.
Il paese si sviluppò in epoche successive, soprattutto durante l’epoca medioevale, tutta attorno alla piazza, quella che era da considerarsi la “agorà abruzzese“.

Una caratteristica peculiare che ha permesso al paese di restare difeso, nei secoli, da invasori è la copertura offerta da un alta montagna, che gli fa ombra.
Ma la sua fortuna è diventata, in epoche più recenti, uno dei motivo dell’abbandono avvenuto prima del Terremoto. Oltre a restare in un punto troppo defilato dalle grandi città, il borgo aveva poche ore di luce al giorno.
Scomodità e buio hanno causato il lento declino del luogo, la cui parola FINE è stata incisa dal tragico evento del 2009.

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