Di ritorno da una giornata di esplorazioni per luoghi abbandonati, passando davanti una stazione di paese, notammo quasi per caso con la coda dell’occhio un vecchio treno abbandonato. Decidemmo di andare a dare un’ occhiata. Immediatamente vedemmo un poliziotto che girovaga avanti l’ingresso della stazione, allora preferimmo dare un semplice sguardo.
Entrati nella stazione, facemmo qualche scatto da lontano, poi, guardando in mezzo al deposito ci accorgemmo di un altro che sporgeva, in mezzo ad una fila di vagoni nuovi, dall’aria vecchia e dismessa. Il rischio era tanto e il sole stava calando, cosi’, con rammarico, scegliemmo di ritirarci…forti del fatto che la domenica dopo, tra le varie tappe da visitare, avremmo inserito anche la stazione in questione!
E’ domenica. Sono le dieci di mattina.
Quando arriviamo, la stazione è apparentemente deserta. Allora, di fretta cerchiamo un’ entrata ma le porte sono tutte bloccate da un filo di ferro abbastanza spesso; però dai finestrini possiamo vedere gli interni meravigliosi del treno abbandonato. Scorgiamo i sedili in legno, ma non si entra…peccato!
Proviamo a vedere gli altri. Camminiamo dietro i lunghi vagoni fermi per non essere visti dal lato stazione e, più avanti, ne notiamo altri tre, di colori diversi e con una infinità di porte a breve distanza l’una dall’altra.
Centoporte, il nome di questi vagoni, creati negli anni trenta e progettati per tratte locali con forte affollamento. Rimasero in funzione fino ai primi anni settanta. Inizialmente erano trainati da motrici a vapore.
L’ infinità di porte sembrano tutte chiuse ma, insistendo a controllare, ne troviamo alcune aperte. Riusciamo a intrufolarci all’interno.
Continuando l’esplorazione, notiamo altri vagoni che dalla stazione non si si riuscivano a vedere perchè coperti dai treni moderni.
Attraversando gli interni dei veicoli, ammiriamo i sedili in legno che compongono la terza classe, sedute coperti di stoffa che denotavano la prima o la seconda classe. Troviamo anche una quantità consistente di foto d’epoca applicate alle pareti e alle cabine di comando.
In un vagone, esternamente notiamo la scritta “riservato per militari” ed, al suo interno, vuotato dai sedili classici, ci troviamo tavoli e poltrone, come se quello spazio fosse stato adibito a salottino. Poi un altro vagone interamente vuoto.
Nel periodo di guerra alcuni centoporte furono utilizzati come vagoni medici, chissà se lo spazio vuoto non fosse uno di quelli.
Tornati a casa, dopo l’esplorazione, troviamo un articolo dal quale apprendiamo che, dei celebri centoporte, ne sono rimasti solo 52 esemplari. Chissà se questi sono stati compresi nel conteggio.
A pensarci bene, ne avevamo trovato un altro treno abbandonato, in un’occasione diversa ed in un luogo differente.
Si trattava sempre di centoporte, terza classe, ma questo aveva tutti i finestrini chiusi da una lastra metallica ben saldata.
L’ esplorazione ci lascia con alcune domande ma con tanta soddisfazione per la scoperta di questi esemplari rarissimi.
AGGIORNAMENTO 2019 : A seguito dell’eco mediatica della scoperta, calcata dai giornali locali, molti dei treni sono stato recuperati ed esposti come pezzi da museo.
Grazie per aver spinto fino a qui la tua CURIOSITA’. La stessa che ci spinge a fare esplorazione urbana, in luoghi pericolosi, per raccontarteli. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage.
Se questo treno abbandonato ha stimolato la tua curiosità e vuoi scoprire edifici abbandonati simili a questo, cerca qui quello che più ti piace. Altrimenti guarda qui cosa si trova nella tua regione.
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Nato a Potenza ma residente a Pescara da molti anni.
Valerio si è diplomato all’istituto d’arte con indirizzo di fotografia e oggi continua a coltivare questa passione attraverso la partecipazione di mostre fotografiche e articoli sull’esplorazione urbana.