Uno dei borghi abruzzesi che più mi ha colpito da quando esploro, è questo antico paese, abbandonato per ben due volte, insomma un borgo disabitato.
Formatosi nel medioevo e costruito intorno ad un monastero benedettino (uno dei più antichi della regione), è stato in pieno fermento e pieno di vita fino ad i primi anni 50, dove iniziò un lento fenomeno migratorio nelle città o nei centri più industrializzati, nel 2000 il comune pensò di fondersi addirittura con un paese vicino vista la scarsità di abitanti.
Il famoso sisma del 2009 infine decretò il suo definitivo abbandono, da allora, camminando per le strade del borgo disabitato si possono incontrare solo gatti, mentre i pochi abitanti, legati ancora a quel posto, vivono nelle prime case che si incontrano. Come sempre veniamo accolti con gentilezza dalle persone, ci accompagnano per mostrarci ciò che rimane di questo piccolo paese e per raccontarci piccole curiosità.
Una caratteristica di questo luogo è che sotto le abitazioni, ci sono cunicoli di grotte che si estendono per tutta l’ area del borgo disabitato, in passato erano utilizzati per varie attività, come stalle, cantine e addirittura come sale di riunioni cittadine.
Un altra particolare caratteristica è un antica serratura con meccanismo interno e chiave realizzate completamente in legno, lo schema costruttivo ricorda molto le serrature utilizzate in Egitto oltre 3000 anni fa.
L’obiettivo dell’esplorazione è toccare il fondo e la cima, toccare… per vedere se la porta si apre.
Noi di Ascosi Lasciti, con l’esplorazione urbana, ci spingiamo in luoghi talvolta pericolosi, per poterli raccontare. Come sempre, raccomandiamo di NON VISITARLI, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage.
Se questo borgo disabitato ha stuzzicato la vostra curiosità, ecco una lista di borghi abbandonati in tutta Italia. Altrimenti perché non esplorare virtualmente i luoghi abbandonati dell’Abruzzo?
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Nato a Potenza ma residente a Pescara da molti anni.
Valerio si è diplomato all’istituto d’arte con indirizzo di fotografia e oggi continua a coltivare questa passione attraverso la partecipazione di mostre fotografiche e articoli sull’esplorazione urbana.